L’orso e le strade
E’ l’orso che attraversa la strada o la strada che attraversa la terra degli orsi, questione di prospettiva
La sagoma di un animale morto lungo una strada è un’immagine comune in quasi tutti i paesi del mondo. Gli animali si muovono per cercare cibo, acqua e compagni e se le strade tagliano il loro territorio non possono fare altro che attraversarle.
Dall’altra parte, anche gli esseri umani utilizzano le strade per le loro necessità. Se le vie degli orsi e degli uomini si incrociano inaspettatamente, è un rischio per entrambi. Ogni anno nel mondo, milioni di animali selvatici vengono uccisi dai veicoli, decine di migliaia di persone rimangono ferite, centinaia vengono uccise e i danni economici possono ammontare a molti miliardi. In ogni provincia italiana si stima siano investiti ogni anno oltre 15.000 animali. Il fenomeno è in aumento e non va sottovalutato perché gli incidenti possono ridurre in maniera significativa la sopravvivenza di alcune specie animali, oltre a limitarne gli spostamenti. Gli animali, come gli orsi, che si muovono su vaste aree e che non si riproducono ogni anno, possono risentire in maniera drammatica della presenza di queste infrastrutture, soprattutto se sono pochi, come in Appennino. Gli incidenti aumentano con la velocità dei veicoli, il volume di traffico, la densità e il numero di corsie delle strade e se sono presenti ostacoli o barriere che intrappolano gli animali nel tratto stradale (ad esempio muri, reti e gallerie). Più la maglia stradale penetra in aree critiche o all’interno di corridoi di spostamento degli animali e maggiore saranno i rischi, soprattutto se gli animali vi si avvicinano per trovare cibo (erba, alberi di frutta, carcasse di animali investiti, rifiuti etc.).
Gli orsi come gli uomini sono attratti dalle stesse aree di fondovalle, perché più produttive in termini di cibo e ideali per spostarsi rapidamente da un’area all’altra.
Una storia di repulsione e attrazione lega gli orsi alle strade in tutto il mondo come in Appennino.
Quanto più gli orsi frequentano o vivono vicino alle strade, maggiore è il rischio che non sopravvivano a lungo, perché investiti o vittime di atti di uccisione accidentali o intenzionale. E’ quello che emerge da uno studio condotto in Appennino, in base al quale quasi la metà del territorio di presenza attuale e futura dell’orso contiene fattori di rischio per la vita di un orso, tra cui proprio le strade. Perché gli orsi non evitano queste aree? Perché, come hanno scoperto i ricercatori, la maggior parte di queste zone sono delle vere e proprie trappole ecologiche, ovvero gli orsi ne sono attratti perché trovano cibo a volontà, ma a scapito a volte della vita. In base a studi condotti in Nord America, la densità degli orsi e la loro sopravvivenza diminuiscono fino a quattro volte in aree a densità elevata di strade (maggiore di 0.6 km/km2), causando il declino numerico di alcune popolazioni di orso. Secondo questi studi, una femmina per avere una buona probabilità di sopravvivenza e di riprodursi, dovrebbe avere un territorio in cui la percentuale di aree sicure e prive di strade superi almeno la metà. In Appennino, la densità di strada può superare questi valori, soprattutto al di fuori delle aree protette. Dall’altra parte, anche nei Parchi come nel PNALM, alcune femmine occupano aree considerate totalmente a rischio.
In Appennino, gli orsi, se possono, evitano aree densamente abitate e attraversate da strade asfaltate, e se devono attraversare una strada, lo fanno di notte, quando il traffico diminuisce. In estate, in particolare, cercano di evitarle del tutto. In questa stagione, infatti, alcune strade statali che attraversano i Parchi possono essere percorse da quasi 14.000 veicoli in una sola settimana, con quasi la metà degli automobilisti che non rispettano i limiti di velocità consentiti. Sebbene di notte le occasioni siano più basse, la scarsa visibilità e l’eccessiva velocità hanno determinato nel 2010 l’investimento e l’uccisione di una femmina con due piccoli dell’anno precedente, rimasti orfani nel mese di giugno. Questi dati trovano riscontro anche in altre popolazioni di orso. In Nord America, gli orsi frequentano di meno aree con strade percorse da più di 20 veicoli al giorno, ed evitano del tutto quelle attraversate da oltre 100 veicolo. Il traffico veicolare sembrerebbe giocare anche un peso maggiore rispetto alla densità di strade. L’avversione è così forte, quanto rapida è la reazione se le condizioni di traffico cambiano. Con l’ausilio di foto trappole, alcuni studiosi hanno dimostrato che a seguito della chiusura di una strada molto popolare nel Parco Nazionale di Banff, nel giro di pochi giorni si è registrato il doppio dei passaggi di orso.
Nella fotografia, l’orsa deceduta nel 2019 lungo la SS 652 in Molise giace su tavolo operatorio dell’Istituto Zooprofilattico di Teramo prima della sua necroscopia.
Alcune strade, quindi, possono rappresentare delle vere e proprie barriere e compromettere l’espansione degli orsi. Studiando i movimenti di 38 orsi grizzly con collare GPS in British Columbia, i ricercatori hanno dimostrato che l’autostrada numero 3 (3700 veicoli/ giorno) che attraversa le Montagne Rocciose bloccava il passaggio di metà degli orsi noti, impedendo loro di trovare nuovi territori e compagni. In base allo studio condotto in Appennino, sono pochissime le aree che potrebbero funzionare da corridoi tra il PNALM e il resto dell’Appennino, a causa della presenza nel resto delle aree di infrastrutture che mettono a rischio gli orsi. Nel 2019 sono 2 le orse investite sulla strada statale 17 in Abruzzo e sulla statale 652 in Molise, di cui una con un piccolo dell’anno in aree esterne al Parco.
Ma la storia tra gli orsi e strade non è ancora finita. Ai margine delle strade gli orsi trovano arbusti, rovi, alberi di frutta, piante erbacee e formicai e, a volte, anche discariche. Nei Parchi nazionali, alcuni orsi si sono abituati a frequentare queste aree, lasciandosi osservare a poche decine di metri e anche meno. Tale fenomeno è andato di pari passo a quello della congestione di numerosi veicoli e di persone che si fermano per fotografare gli orsi. Queste situazioni, diffuse in Nord America e anche in Europa, suscitano molta preoccupazione anche in Appennino, perché aumentano il rischio di incidenti stradali tra veicoli, veicoli e orsi. Uno degli effetti collaterali è anche una eccessiva abituazione all’uomo, che potrebbe comportare perdita di diffidenza e maggiore probabilità di frequentazione di strade e dei paesi, con rischio di condizionamento alimentare e di possibili interazioni negative tra orsi e uomini.
Ai margini delle strade, gli orsi possono trovare frutta e insetti, ma anche discariche e rifiuti organici sparsi, lasciati, a volte, proprio con l’intenzione di attrarre gli animali selvatici, come le volpi ad esempio.
Reti, sovrappassi, sottopassi, limiti di velocità e segnaletiche si sono dimostrate estremamente efficaci nel ridurre gli incidenti e i benefici superano i costi nel tempo.
Esistono diverse strategie per aiutare gli orsi ad attraversare le strade in sicurezza. Chi si deve prendere cura della sicurezza delle strade? Le competenze si rimbalzano tra ANAS, Polizia stradale, Enti territoriali che hanno poteri di amministrazione del territorio e di gestione della fauna (Comuni, Province, Regioni, e Enti Parco) e che si occupano della progettazione, manutenzione e sicurezza delle strade. Le strategie possono variare a seconda della tipologia della strada e includono: miglioramenti ambientali per aumentare la visibilità e ridurre l’attrattività di alcuni tratti stradali (ad esempio rimozione di fonti di cibo); sistemi per allertare i guidatori o gli animali (segnaletica stradale, riflettori ottici, sistemi acustici e luminosi etc.); costruzione di barriere perforate, ovvero un sistema di reti, sovrappassi e sottopassi che insegnano agli animali dove attraversare; chiusura o regolamentazione del traffico stradale. Recinzioni, passi e sovrappassi possono dimezzare gli incidenti se non ridurli anche del 95%, come riportano diverse ricerche condotte in Svezia e in Nord America. A titolo di esempio, uno studio condotto sulla Trans-Canada Highway, dove si stimava un incidente ogni 4-8 ore con danni economici anche di oltre 30.000 euro per animale investito ha dimostrato che in 15 anni, dopo la costruzione di barriere e sovrappassi, oltre 20.000 animali hanno imparato ad usarli, con un risparmio di oltre 85.000 dollari all’anno. Tuttavia, le responsabilità risiedono anche nei singoli fruitori delle strade, ovvero nel rispetto dei limiti, nel percorrere le strade con più consapevolezza e nell’evitare comportamenti scorretti che potrebbero mettere a rischio persone e animali.
Nell’ambito del progetto Life Crossing, sono stati installati in diverse aree protette dell’Appenino dei sistemi di prevenzione (AVC PS) per allertare sia le persone che gli animali. Quando sensori a infrarossi (PIR) e/o una telecamera termica registrano la presenza di un animale, un segnale allerta gli automobilisti a ridurre la velocità. Un sensore radar doppler posto sul palo del cartello stradale controlla se il veicolo rallenta. Se questo avviene, il sistema si ferma; in caso contrario, il radar invia un segnale alla centralina di controllo, che attiva il sistema di dissuasione acustica, con la funzione di allontanare l’animale e prevenire un suo eventuale attraversamento.
L’ORSO IN PAESE:
UNA STORIA DI ATTRAZIONE E REPULSIONE
Gli animali utilizzano o intercettano le strade per le loro necessità così come gli esseri umani. Tuttavia, quando le vie degli orsi e degli uomini si incrociano è un rischio per entrambi. Non esiste una soluzione definitiva, ma è sempre possibile mitigare e prevenire situazioni rischiose.
I veicoli condividono il loro mondo con persone e animali, pertanto sarà difficile eliminare completamente i rischi per gli animali e per le persone, ma è possibile prevedere e mitigare tratti stradali più pericolosi e contribuire ogni giorno con i nostri comportamenti a prevenire incidenti.